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BLOG DI SVOLTA EUROPEA

IL MOMENTO DI PARTIRE

2/9/2021

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Nei prossimi giorni e settimane vedremo dove ci conduce il nuovo corso di Mario Draghi, ma se la mia intuizione è corretta, e sin qui non mi ha mai deluso in questi anni, è venuto il momento di tradurre in concreto il solo progetto CREDIBILE ALMENO SULLA CARTA che io abbia letto in questi anni, e scusate se è una mia ideazione.
Presuntuoso? Pensatela pure così.
Da qualsiasi mente sia nato questo progetto, esso esprime in sintesi, e con indicazioni operative, la direzione di marcia che, con parole diverse, tutti auspicano almeno nella variegata area politica liberale e di centro destra.
E potrebbe coincidere, o non confliggere, con quello che anima Mario Draghi (e questo lo vedremo).
Allora è forse giunto il momento di ADERIRE IN MASSA, per offrire, auspicabilmente, a Mario Draghi una MASSA POPOLARE DI SOSTEGNO con una visione di fondo che possa fare sua, anche se non potrà essere di immediata applicazione da parte del suo governo.
VOLETE USCIRE DALL'INERZIA DEI MA, DEI SE E DEI DISTINGUO PER GETTARVI A CAPOFITTO IN QUESTA GRANDE AVVENTURA NAZIONALE? 
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DEI FANATICI E DELLE LORO OPINIONI

5/12/2017

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Tra le mie amicizie su facebook ho genti di tutte le opinioni e di tutti i credi politici.
Ho Gente a Destra di Mussolini e gente a sinistra di Pol Pot.
Non che se ne rendano conto, ma la cosa è pleonastica.
L'aspetto interessante, e di cui discorrerò, è quanto sia gli uni che gli altri siano simili. Mi direte :" Come e' possibile? sono due ideologie agli antipodi? " Effettivamente cosi' parrebbe, ma a scavare, e neanche tanto in profondita', salta fuori che benche' si possano trovare analogie (sono ambedue ideologie anti democratiche una che favorisce la dittatura di una persona, l'altra la dittatura di una classe sociale).
Le analogie non sono per niente di natura ideologica ma hanno radici in un comune denominatore : IL FANATISMO. Il fanatismo è un atto inconscio, una sorta di tendenza a priori, ed è tanto più radicato e solido quanto la struttura in cui si insedia è fragile.
Di fatto il fanatismo è il collante che tiene in equilibrio una struttura psicologica dall'equilibrio instabile. Più la struttura è debole e più il fanatismo la radicalizza. Perché mai ? Perché per mantenere il suo fragile equilibrio il soggetto psicolabile non può permettersi di affrontare le spallate di :
1)  opinioni differenti
2)  considerazioni di natura logica
3) addirittura fatti che ne farebbero precipitare al suolo le convinzioni.
Convinzioni che il fanatismo protegge come un'involucro di cemento armato. Così, proteteggendo una limitata capacità d'analisi ed il disperato bisogno di punti fissi ed innamovibili per procedere nell'incerto deambulare dell'esistenza, il fanatismo, elevato a gestore del sistema immunologico, protegge da ogni benché minima infiltrazione che potrebbe erodere elementi molto poco solidi. Il chè, per esempio, si traduce, in politica, in atteggiamenti contraddittori, privi di senso, assolutamente poco costruttivi e, per finire : agli insulti. Già, quando il sistema immunitario non riesce a controbattere i batteri della logica, arrivano, sempre inarrestabili, gli insulti : L'ULTIMO BALUARDO DIFENSIVO DEL FANATICO.
Un'esempio pratico : Nel delegare, in un sistema democratico, ad una persona la propria rappresentanza nella gestione della cosa pubblica, qual'è l'elemento piu' importante? l'elemento che addirittura precede le ideologie e i sistemi che le implementino, la "conditio sine qua non" di ogni candidato politico su cui il resto verrà poi costruito per ricevere consenso?
Risposta molto semplice : LA CREDIBILITA'. Qualsiasi cosa dica o rappresenti un candidato politico deve assolutamente essere credibile , altrimenti non c'è la benché minima garanzia che faccia nulla di quello che dice e non c'è la minima difesa contro la manipolazione, addirittura contro il fatto che il candidato, una volta eletto, non si lanci , bellamente , in interessi privati in atto pubblico (la piu' grave delle mancanza in un sistema di gestione, qualsiasi sia l'ideologia politica che la sottende).
Detto cio' : Renzi , da primo ministro, nonché segretario del partito di maggioranza PD, non sollecitato, non istigato o forzato in alcun modo, dichiarò pubblicamente, suppongo per influenzare in qualche modo una consultazione politica da lui promossa e malamente persa, che : IN CASO DI SCONFITTA DEL REFERENDUM SI SAREBBE RITIRATO DALLA VITA POLITICA.

Perso il referendum ha dato le dimissioni, ma non da segretario del suo partito (quindi è rimasto nella vita politica) e, a scanso di malintesi, cinque mesi dopo si e' ricandidato alla guida del PD e ha persino vinto l'incarico in elezioni primarie.
Abbiamo un'esempio eclattante di totale mancanza di credibilità , una persona che fa, liberamente, un'affermazione e poi la disattende completamente, eppure......

Eppure trova 1'300'000 persone che contravvengono al principio fondamentale di una rappresentanza politica, LA CREDIBILITA', e gli donano il loro consenso.
Come definirli ? distratti? poco informati? cerebrolesi? mentalmente limitati? ci possiamo sperticare in diecimila giustificazioni ma la verità è che ci troviamo di fronte a persone i cui principi sono così fragili da richiedere la più feroce protezione da una realtà cangiante e percepita quale avversa. Persone che hanno una particolare necessità di proteggere il loro "ego" con punti inamovibili, certi, immutabili al punto di trasformare folli banderuole in travi portanti, appunto i "FANATICI".

L'Italia ne e' piena e i politici hanno capito benissimo che forme di linguaggio usare per entrare nel loro sistema immunitario; come hanno capito che una volta dentro, nulla li farà mai essere espulsi, neanche la più grave delle mancanze : La perdita di credibilità.
Un altro esempio di quanto il problema non sia l'Italia ma gli Italiani, i politici che si ritrovano e di cui, per quanto or ora esposto, non si libereranno mai, sono espressione della loro pochezza e della loro fragilità. "lasciate ogni speranza voi ch'entrate", mi spiace fare questa osservazione, ma è sotto gli occhi di chiunque abbia la capacità di guardare con la forza di mettere in gioco ed esporre al confronto anche i propri principi.

Volete uscire dal baratro? Incominciate dai Fanatici e dalle loro opinioni malate, la classe dirigente che malgestisce il paese (e di questo persino i fanatici , in molti casi, hanno il sentore) sono solo la logica conseguenza della loro ignoranza e fragilità psichica. Ora sbandierano gli untori del 5 stelle , ma di chi è la colpa se a contrastarli non si esce dai Berlusconi, Renzi, Alfano/Lupi (parlatemi della loro di credibilità) ? Se il lupo uccide le pecore, di chi è la colpa? del lupo o del pastore distratto che lascia aperta la porta della stalla.
Il lupo fa il lupo, sono i pastori che fanno gli imbecilli.               

Fabrizio Biasiolo

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MANIFESTO PER LA RIFONDAZIONE DELL'UNITA' EUROPEA

4/27/2017

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1. IL DATO DI FATTO DELL'UNITA' EUROPEA
I popoli europei del 21° secolo sono il prodotto di oltre 2000 anni di Storia, una storia di conflitti, di migrazioni, di evoluzione culturale che nasce nella Grecia antica per poi estendersi su tutto il continente attraverso l'Impero Romano, senza estinguersi dopo la sua caduta, ma trasformandosi ed evolvendo con la progressiva partecipazione dei popoli nordici ad un processo nato nel cuore del mediterraneo.
L'Europa esiste come entità storica, etnica e culturale a sé stante, a prescindere dai modi della sua evoluzione, dalle lingue parlate, dalle diverse abitudini consolidate di popoli che hanno in comune più cose di quante invece li distinguano tra loro. A questa unità europea di fatto non sono estranei l'aspetto religioso che ha caratterizzato l'Europa con la nascita e lo sviluppo del cristianesimo, che le ha impresso una caratteristica culturale propria, ben distinta da quella asiatica o africana, come non sono estranee le influenze determinanti della cultura greco-romana ed anche di quella araba, per un certo periodo, che hanno posto le basi di una scrittura comune e di una matematica comune.
L'UNITA' EUROPEA è un dato di fatto, è va ben oltre quella politica.

Uscire dall'Unione Europea intesa come entità politica, come hanno fatto gli inglesi, non li rende solo per questo estranei all'Europa: restano europei a tutti gli effetti. Un sguardo sereno al resto del mondo è sufficiente a farci rendere conto della differenza che ci distingue dai popoli degli altri continenti, senza voler con questo dare giudizi di merito, ma volendo semplicemente esprimere una IDENTITA' NAZIONALE EUROPEA di fatto, fondata su ragioni storiche, etniche e culturali, una identità che se ne infischia dell'Unità Politica, perché la precede, ed è indipendente da questa.

Queste semplici considerazioni emergono da uno sguardo sereno verso la nostra realtà. L'aspetto politico dell'unità europea, espresso oggi dalla spesso contestata FORMA che gli stati europei emersi dal '900 si sono dati, è quasi secondario rispetto al SENTIMENTO di appartenenza che deve coinvolgere tutti i popoli europei quando, confrontandosi con quelli degli altri continenti, possono affermare senza tema di smentita : NOI SIAMO EUROPEI, qualsiasi cosa questo possa o voglia significare.
NOI SIAMO EUROPEI, di lingua tedesca, spagnola, italiana, o di una qualsiasi delle tante lingue parlate nel continente, figli di un territorio che confina col mare, o che confina con altri territori continentali, abitanti di terre ricche di una loro specificità storica e culturale, che non coincide con i confini degli stati emersi dal '900, frutto di lotte di conquista, di compromessi territoriali, di nazionalismi a loro volta figli di un percorso storico di ricerca di una forma di governo comune.

L'aspirazione all'unificazione politica dell'Europa è già quella dell'Impero Romano, che prosegue con Carlo Magno, e poi con i regnanti di Francia e d'Austria, mai forti abbastanza per imporre un regno unico d'Europa, un impero continentale. Ultimo folle tentativo quello tedesco di Hitler.
Tutto questo deve farci capire che l'Unità Europea è stata nei secoli un BISOGNO, una percezione di inevitabilità, comunque originata e trasmessa. Questo bisogno si espresse, in quelle epoche, attraverso la volontà di dominio imposta con le armi, quando la Democrazia era solo un ricordo letterario degli studi classici sulla Grecia antica.
Oggi è diverso : i regni non si chiamano neppure più con questo nome, o quasi, neppure dove formalmente si conservano le dinastie regnanti (Inghilterra, Olanda, Belgio ..).
Tutti gli stati europei sono “democrazie imperfette”. Oggi il sogno europeista è a portata di mano. Oggi un'Europa dei popoli europei, capace di superare gradualmente la rigida struttura dei vecchi stati nazionali è possibile, è a portata di mano.

2. L'OPPORTUNITA' DELL'UNIONE POLITICA EUROPEA
Ci chiediamo se un'unità politica europea sia desiderabile, oppure no. Le risposte possono essere molte, motivatamente a favore o a sfavore. Ma bisogna capire DI CHE COSA stiamo parlando. Anche all'interno degli attuali stati nazionali esistono spinte politiche autonomiste di alcuni territori che, per le loro caratteristiche geografiche, economiche, linguistiche o anche storiche, ritengono di avere diritto ad un'amministrazione completamente autonoma.
Basti pensare alla Scozia, ma anche al Galles, nel Regno Unito, alla Catalogna ed ai paesi Baschi in Spagna, all'Alto Adige in Italia, alla distinzione tra Fiamminghi e Valloni in Belgio, e forse anche in Germania esistono ambizioni autonomistiche dal potere centrale. Queste spinte autonomistiche appaiono esprimere un'esigenza opposta a quella di una sola Grande Europa, ma non è così : è vero il contrario.
Le spinte autonomistiche portano alla frammentazione territoriale, che ha una sua ragion d'essere, perché porta il governo del popolo più vicino al popolo, e questa è una aspirazione più che legittima in democrazia. La frammentazione, sulla base delle proprie specificità, non ha virtualmente alcun limite e questo fa comprendere come una frammentazione spinta, che corrisponde ad una maggiore democrazia, possa e debba essere controbilanciata da una UNIONE di questi frammenti, per rafforzarsi nel perseguire gli interessi comuni che il singolo frammento non è in grado di sostenere con le sue sole forze.
Una UNIONE POLITICA EUROPEA trova il suo moderno significato nell'unione dei tanti frammenti che la compongono, e che danno all'Europa quella ricchezza di contenuti umani e storici che la contraddistingue.
Il superamento graduale dei vecchi stati continentali per costruire l'Unione dei popoli europei è un percorso, non privo di ostacoli, ma possibile, meno difficile se si abbandona la vecchia concezione imperiale di una Europa che IMPONE a favore di un'Europa che UNISCE le specificità, assumendosi un ruolo esclusivamente FEDERALE, con attribuzioni politiche proprie di un grande stato federale, rinunciando a priori ad occuparsi di tutto quello che può essere agevolmente svolto in ambito territoriale.
Ciò che va messo a fattor comune in fondo non è molto, ma pesa molto.
Parliamo di quanto sin qui già messo in atto, come la libera circolazione delle merci e delle persone, la moneta unica europea, con una sola politica monetaria, ma anche un sistema di difesa comune europea, perché se un sistema di difesa deve esistere, questo riguarda potenziali conflitti al di fuori dei confini europei, certo non al loro interno.
E questo implica anche una politica estera comune, frutto di una volontà di coordinamento
degli interessi dei vari territori al di fuori dei confini europei, perché aver voluto superare i conflitti interni all'Europa implica necessariamente che tali conflitti potenziali non abbiano l'occasione di riprodursi al di fuori dei suoi confini. Implica anche una politica di progressiva convergenza delle regole per l'amministrazione della Giustizia, perché non può esistere una Giustizia “territoriale”, non può essere che i cittadini europei siano “diversi” di fronte alla legge in funzione del territorio in cui risiedono.
Ed implica una politica comune nei confronti dell'immigrazione, perché la libera circolazione delle persone impone a TUTTI i territori europei regole ferree e strumenti idonei a fronteggiare il fenomeno dei nostri tempi, un fenomeno che va governato insieme, per evitare che diventi distruttivo.
Va invece ridimensionata l'ARMONIZZAZIONE delle regole in numerosi altri campi della vita economica e civile comunitaria laddove interferiscono con l'autonomia e la specificità dei territori.
Popoli liberi in una libera Europa. Popoli sovrani in un'Europa federale, sovrana nel suo insieme, nei confronti del resto del mondo.

3. LE DIFFERENZE POLITICHE E LE FORME DELLA DEMOCRAZIA
Occorre ricordare che i popoli europei sono, ciascuno al suo interno, politicamente divisi, sul piano ideologico. La politica si esprime attraverso diverse visioni del mondo, di estrazione cristiana, marxista, socialdemocratica, liberale …
Il peso delle varie componenti è diverso nei diversi territori. Il governo della futura Federazione dei popoli europei presenta un problema di rappresentanza, perché il Parlamento comunitario deve essere espressione rappresentativa di tutti i diversi popoli europei e le singole espressioni politiche territoriali non sono facilmente assimilabili tra loro, in quanto espressione di politiche locali.

Ma una NUOVA EUROPA FEDERALE è chiamata ad esprimere il governo dei soli pochi elementi a carattere federale, come politica monetaria, difesa, politica estera, giustizia, immigrazione. Anche su questi pochi temi è possibile dividersi, ma solo su questi è pensabile che si possano formare delle aggregazioni politiche sovra territoriali che esprimano una propria visione comune, con formazioni politiche interamente distinte da quelle che guardano ai singoli territori.

Occorre sottolineare che pensare ad una vera EUROPA UNITA su base federale significa andare oltre gli attuali meccanismi di rappresentanza europea costituiti dalla Commissione e dal Parlamento europeo eletto attraverso dei raggruppamenti ideologici un poco forzosi (PPE, PSE, ALDE ed altri). Occorre rifondare la rappresentanza politica europea su basi nuove, con formazioni politiche di respiro europeo aggregate in base ad una visione indirizzata ai soli temi di competenza dell'Unione. Non è cosa facile, ma è una strada obbligata, se si vuole avere un'unione coesa, rappresentativa del pensiero popolare europeo, con una rappresentanza concentrata nel suo Parlamento, abolendo l'attuale Commissione europea e sostituendola con un Governo ed una Presidenza europee funzionali ad uno stato federale, come la Svizzera.

Il Governo dell'Europa dei popoli non può essere il prodotto delle scelte dei governi dei vecchi stati nazionali in obsolescenza, ma deve essere il risultato di una scelta popolare diretta, per quanto non facile, mirata a creare un Parlamento europeo autenticamente rappresentativo dei popoli d'Europa, a cui sia demandata la responsabilità della scelta dei suoi uomini migliori per il Governo e la Presidenza della Federazione dei popoli europei.

E' venuto il tempo del coraggio delle GRANDI SCELTE, non più rinviabili.
L'Unione Europea così come è congegnata oggi non convince più nessuno.
Serve un cambio di passo, una SVOLTA EUROPEA, una rinuncia alla sovranità nazionale su pochi grandi temi comuni, ed un recupero di sovranità su tanti altri di cui adesso l'Unione si occupa a sproposito.
Ed occorre superare definitivamente l'Europa del DEBITO, con una coraggiosa operazione di ristrutturazione del debito degli stati membri, istituendo l'obbligo per gli stati di potersi indebitare solo e soltanto con la Banca Centrale Europea, con funzioni rinnovate di autentica Banca centrale della Federazione. Gli europei debbono abbandonare definitivamente l'idea che si possa vivere a debito. Il credito bancario deve tornare ad essere un rapporto diretto tra banche, cittadini ed imprese.


Non deve più esistere un rapporto di debito/credito tra banche e Pubblica Amministrazione.
La Pubblica Amministrazione in Europa deve spendere i soldi che ha, non quelli che NON ha, e se di credito c'è bisogno per finanziare opere infrastrutturali, ma solo quelle, non la spesa corrente, lo si faccia attraverso BCE, la sola istituzione bancaria europea autorizzata a battere moneta. La Pubblica Amministrazione dispone della fonte di reddito fiscale, e su quella soltanto deve basare la sua capacità di spesa.
Una tale impostazione fa cadere automaticamente ogni possibile conflitto tra il governo centrale europeo e gli stati sul rapporto debito/PIL e sul rientro del debito pubblico.
28 Marzo 2017
Sottoscrittori : Franco Puglia, Leonardo Ristori, Beatrice Branchesi, Fabrizio Biasiolo


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il referendum, e poi ?

10/10/2016

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di Fabrizio Biasiolo

Le line sono marcate, l’artiglieria appostata, il campo di battaglia e’ definto. Qualcuno ancora si dilania (ancora molti , devo aggiungere) nel cercare di capire chi alla fine piantera’ la bandiera sulla collina che domina la valle; ma , per quanto mi riguarda, la battaglia e’ finita , e come sempre , il guardare la bandiera sul colle non e’ sufficente a compensare I morti a fondo valle.
Che cosa muore?
1 ) Si faceva fatica a governare sto’ povero paese prima, si continuera’ a farne dopo.
2) Hanno sacrificato liberta’ e democrazia in nome di riduzione costi e velocita’, sia che vinca il “si” (dove e’ tutto proprio da vedere sia a livello di guadagno che di governabilita’) , sia che vinca, molto piu’ provabilmente, il “No”, la situazione non migliora ne’ sui principi democratici (gia’ offesi da dichiarazione di incostituzionalita’ della legge vigente) che su costi e governabilita’ non cambia niente.
Bisogna invece incominciare a guardare al dopo, affinche’ I morti non siano invano e affinche’ si intraprenda la costruzione di quella strada che specifiche esigenze hanno evidenziato e che due riforme elettorali, una incostituzionale e l’altra, proposta e, francamente, stupida, non hanno , ne ‘ potrebbero risolvere.
All’interno di una struttura democratica il popolo italiano ha esigenza di un paese gestito da una classe di politici capaci e onesti , a costi sostenibili e che abbiano la visione per trascinare il paese fuori dalla crisi economica, la disoccupazione, il debito in cui e’. Non solo: che, finalmente, lo guidino fuori dal parassitismo e dalla corruzzione che lo sta affogando nel suo proprio sangue.
Va’ modificata la costituzione vigente? E’ una domanda su cui aprire la discussione, ma solo a condizione che prima si identifichi con chiarezza il profilo di coloro che alla gestione del paese e dei suoi problemi meritano di essere demandati.
Qui’ salta fuori il primo passo da fare dopo le elezion. Capiamola una volta per tutte : questa classe dirigente manca dei requisiti necessari e indispensabili per operare a quel livello di responsabilita’ . Inutile persino soffermarsi a delineare I motivi della loro inadeguatezza, non solo sono evidenti, ma sono la trave portante del motivo per cui siamo dove siamo.
Non ce ne sono altri disponibili? Signori prendete una bella pistola e sparatevi in bocca , almeno morirete di morte piu’ rapida e indolore di quella a cui vi stanno portando questi signori.
Quindi cerchiamoli, non solo, cerchiamoli attivamente. Per cercare con costrutto applichiamo un principio vitale: inutile andare a pescare nello stagno avvelenato (quindi smettiamola di guardare ai Partiti).
I partiti sono completamente svuotati di ideologie , di integrita’ , di capacita’ gestionali e sono oramai 30 anni che propinano una minestra insipida di “ontologie” di destra e sinistra per guidare il gregge al loro pascolo assicurandosi che sia solo ed esclusivamente lo stomaco a dettarne le necessita’. Basta ! Usciamo dal gregge, usiamo la testa e smettiamola con il di “destra” e di “sinistra”.

Se c’e’ uno che pensa veramente che per uscire dalla situazione in cui siamo basta andare sempre nella stessa direzione, che voti per Salvini , la Meloni, Berlusconi , Renzi o D’Alema. Quelli vanno tutti sempre nella stessa direzione (le loro tasche).
Incominciamo da li’: ricambio politico. Facciamone un principio costitutivo del nostro sistema democratico e pretendiamo che , qualunque sia la strada intrapresa per la nuova, doverosa, legge elettorale, sia dato al demos la possibilita’ di valutare I candidati, non I partiti, e di esprimere la loro preferenza. Un piccolo passo? Si’, ma fondamentale e nella giusta direzione, poi un piccolo passo dopo l’altro, le cose cambieranno in meglio.
I Sistemi non fanno le persone, sono le persone che fanno I sistemi.

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ordinamento giuridico e diritto sostanziale

10/7/2016

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Di Enrico Silvestri, Genova.
Sarò molto controcorrente. Ho poca considerazione per le questioni costituzionali o di diritto formale. Credo che tutta la materia giuridica, come altre non attinenti al mondo naturale, sia un tentativo fallimentare di applicare la logica formale a variabili di valore, mentre questa logica in realtà si applica abbastanza bene (teoremi di Goedel permettendo) solo a variabili quantitative. La speculazione giuridica, come altre, è materia nata in altri tempi, quando la parte della mente umana di contenuto logico, non avendo trovato questioni di natura su cui applicarsi, si applicava a questioni sostanzialmente metafisiche, anziché fisiche, cioè di indagine obbiettiva (ossia senza valori precostituiti) della e sulla natura. Si dimentica troppo spesso che il contenuto fattuale del nome "pietra" è molto maggiore (e diverso) dal nome "giustizia". La ragione della speculazione giuridica ha essenzialmente (in questo caso a suo credito) valenza sociale, e pertanto, in ultima istanza, politica. Ma non ha valore di realtà oggettiva diretta, e con questo si deve convivere.

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il malvolere, la possa e il referendum

10/3/2016

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di Fabrizio Biasiolo - New York

I versi del canto XXXI dell’’inferno dantesco cantano:
”che’ dove l’argomento della mente
s’aggiunge al malvolere e a la possa,
nessun riparo vi puo’ far la gente”.

Il significato e’ netto e profondo: dove all’intelligenza (l’argomento della mente) s’aggiunge la mala fede e la forza bruta (la possa) , per la gente non c’e’ scampo.
Siamo a cavallo tra’ l’ottavo e il nono cerchio ed il viaggio di Dante e Virgilio s’appresta a raggiungere gli abissi piu’ profondi del peccato, la’ dove ”Chi trade (tradisce) in’eterno e’ consunto”.
Traditori di amici e parenti, della Patria e dei propri benefattori ; la piu’ nefanda e distruttiva manifestazione dell'intelligenza applicata al male.

Qui’ si incontrano i giganti, di mitica e biblica memoria, rappresentazione della forza applicata al male, ma non dell’ intelligenza, anzi, come li definira’ Virgilio :”Gente Sciocca”.
Come mai Dante mette nel regno dell’intelligenza applicata al male la rappresentazione della forza bruta e della ribellione (la mitologia narra di come I giganti nemici degli uomini ribellatisi a Zeus furono da questi sbaragliati e gettati agli inferi) e’ ancora motivo di controversia e di svariate interpretazioni della critica letteraria. Una cosa pero’ e certa: Dante guarda a queste “torri” con grande, ancorche’ “elevata”, ironia. Tanto elevata che a molti critici, gente notoriamente non propensa all’ironia, la cosa e’ completamente sfuggita. Ed ecco che nella frase , inserita nel suo contesto, va’ aggiunto un’elemento ironico: meno male che questi sono scemi, se oltre ad avere avuto la forza bruta e le cattive intenzioni, fossero anche stati furbi, a noi , poveri esseri umani, chi ci salvava?”.

E qui’ arriva il REFERENDUM prossimo venturo.

Che si tratti di intelligenza applicata a cattive intenzioni non v’e’ dubbio, ma analizziamo, brevemente, alcuni degli elementi che lo denotano :
1) Premio di maggioranza assurdamente elevato ad una delle due coalizioni che si candidano alla gestione del paese, rendendo in seguito inutile il dibattimento parlamentare e persino quello in sede di commissioni parlamentari. Dittatura quinquennale di un gruppo parlamentare , magari eletto con una maggioranza di un solo voto, nei confronti della totale rappresentanza del resto del paese.
2) Questa “maggioranza” non viene espressa in singole preferenze espresse dal parco votanti a rappresentarli, ma da un “Partito” che poi, a sua discrezione, stabilisce chi rappresenti il parco votanti in assemblea. Da democrazia di voto espresso da cittadini, a voto espresso esclusivamente dai tesserati del singolo gruppo politico che poi vincera’ le elezioni . O magari neanche da quello, vedi caso 5 Stelle, ma da una sorta di interrogazione in rete in cui il numero di preferenze espresse potrebbe essere di poche migliaia di voti e sulla cui “sicurezza” e’ meglio sorvolare.

I punti 1 e 2 vanno letti in questa chiave: trasformare la democrazia in una “partitocrazia” autoritaria o in un’oligarchia totalitaria di partito dove per 5 anni il Segretario del partito di maggioranza gestisce INCONTRASTATO il paese, distribuendo, tra’ l’altro, anche quelle cariche che controllano sia il potere esecutivo che giudiziario.
SIGNORI , ADDIO A SEPARAZIONE E AUTONOMIA DEI TRE’ POTERI E ALLA DEMOCRAZIA.
Ma non finisce li’:
3) Il senato, svuotato di qualsiasi potere politico, viene riempito da cento Sindaci/Senatori I quali, coperti da immunita’ parlamentare, andranno alcuni giorni alla settimana a Roma, abbandonando il loro lavoro di sindaci, per ratificare le decisioni prese dal “Demiurgo/Segretario di partito” .
La giustificazione di questo orpello legislative e’ : TAGLIARE I COSTI DELLA POLITICA.
A parte che questo andare e venire gratuito non sara’, non scordiamoci che I Sindaci/senatori saranno coperti da immunita’ parlamentare. Ora, le malversazioni nelle amministrazioni locali (i sindaci e le loro giunte) sono all’ordine del giorno. Evidentemente chi propone questa riforma pensa che dando immunita’ parlamentari ad una categoria dal passato non proprio immacolato , li trasformera’ in “vergini della rocca”!!!!! Signori , neanche Lucky Luciano , che era di un’intelligenza straordinaria, sarebbe riuscito a pensare una roba del genere.
4) A conferma che la preoccupazione principale nell’offrire questa riforma NON E’ PER NULLA il tagliare I costi della politica, nonostante il senato ratificante/e immunizzato, nonostante la tirannia del segretario di partito , per ratificare la legge si passa dai 4 passaggi teorizzati dalla costituzione italiana del 1948 (camera – senato – camera – senato) che poi sono gli stessi , per esempio della costituzione Americana , ai 10 o 12 di questa riforma (gia’ non si ‘e capito bene ancora). 5) Sì, 10 o 12 passaggi per approvare una legge?
La confusione nasce da un’elemento , se vogliamo, marginale : la riforma della costituzione, apparentemente scritta da italiani, non e’ scritta in italiano, per cui gli stessi italiani non capiscono cosa cavolo dice. Siccome le interpretazioni sono ormai il pane della giurisprudenza in Italia , al punto di avere relegato leggi e giustizia al “ foro del dubbio filosofico”, si e’ deciso di trasferire la “logica vincente” anche al governo del paese , che diventerebbe una :”Bicamerale con la Pancia grossa ed arti paraplegici” : Renzi sta’ creando la democrazia , oligarchica, IDROPICA. L’intento e’ evidente: c’e’ chi , per interessi personali , di casta, di gruppi d’appartenenza, sta’ usando “l’argomento della mente aggiunto al malvolere” , ma non ha ancora la POSSA.
E la cerca disperatamente .
La Possa gliela dara’ il “SI” alla riforma costituzionale , da quel punto in poi :”Nessun riparo vi potra’ aver la gente”. Qual’e’, per concludere, l’argomento della mente di fronte alle critiche devastanti che arrivano da tutte le parti? Se non si approva la riforma si tornera’ come prima (il prima sarebbe la visione di quei signori che scrissero la costituzione del 1948 e di cui questi “novelli riformatori” non sono neanche degni di essere lo sporco sotto le unghie dei piedi).

Visto che non c’e’ limite al peggio , immergiamoci in questo oceano di……. cosi’ un domani potremo dire : ”certo che si stava meglio prima”.
Cosa dicono I nostri partner europei o americani di questa riforma? Qui’ sta’ l’insulto piu’ feroce ed abberrante al popolo italiano, persino piu’ abberrante di questa proposta di riforma.
O tacciono, o si esprimono a favore della riforma denotando cio’ che pensano di Italia e italiani: “non e’ gente che possa avere liberta’ e principi democratici, ne metti tre’ in una stanza e sono capaci di fare 4 partiti politici. Non sono affidabili, non mantengono gli impegni presi, sono levantini sempre pronti a cercare l’angolo per il proprio vantaggio personale persino di fronte alle disgrazie naturali .
Vanno guidati a bastonate come si guidano le capre al pascolo e con un bel cane da guardia che le tenga tutte assieme.” Io , ormai sono Americano, vedo e vivo I problemi di questo paese; ma vedere l’italia e gli italiani trattati e considerati a questo modo mi fa’ torcere le budella. Abbiate il coraggio e il senso civico di fare vedere a sta’ gente che non siamo capre, che non siamo ignoranti e “LA POSSA” il 4 Dicembre a questi pigmei delle cattive intenzioni sbattiamogliela in faccia con forza, dando anche un bel messaggio trasversale a chi quel paese e quelle genti cosi’ poco le considera.


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manifesta inferiorita' 

9/29/2016

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Di Andrea Peinetti- Torino, 29 Settembre 2016
Non mi sono mai piaciute le partite in cui una squadra, dimostrata la propria manifesta superiorità, non si accontenta di vincere, ma insiste nell’umiliare l’avversario seppellendolo sotto una valanga di goal.
Trovo sia un’inutile umiliazione che nulla aggiunge e molto toglie all’etica sportiva. In campo politico, assistiamo ormai da alcuni anni alla debacle completa di un centro destra incapace di contrastare se non con urla scomposte lo schiacciasassi Renzi con la corazzata del PD, finalmente unita alla conquista del potere.
Eppure le occasioni non sarebbero mancate, viste le continue promesse e le reiterate bugie di un governo che prende a prestito le parole e le idee della destra liberale e le utilizza per riforme stataliste di segno opposto. Così i regali elettorali sono stati guardati quasi con invidia, come se il pensiero fosse “accidenti, ma perché non ci abbiamo pensato noi ?” La scelta di azzerare le poche risorse a disposizione per emanare un Job Acts in grado di aumentare il numero dei lavoratori solo per il periodo di maggior sgravio non è stato denunciata con forza.
L’utilizzo abnorme di voucher non è utilizzato per una valutazione reale di ciò che significa, e cioè che le azienda non possono rischiare assunzioni a lungo termine, e neppure per proporre ciò che realmente potrebbe essere utile per una ripresa reale, e cioè una profonda revisione del mercato del lavoro, in cui il “posto fisso” venga finalmente abbandonato in cambio del “lavoro continuo”.
I disastri della “Buona Scuola” dovrebbero dare forza a chi ha interesse reale per il futuro dei nostri giovani. Promulgare riforme che guardano solo la modalità di gestione del personale e che ben poco toccano programmi e strategie dimostra la totale mancanza di visione e una forza di opposizione dovrebbe avere buon gioco nel denunciare un sistema inefficiente.
Anche le ultime notizie relative alla prossima finanziaria, tutta focalizzata verso pensionati e lavoratori statali, cioè verso categorie che non producono reddito, lascia il fianco scoperto per attacchi efficaci purché puntuali, con proposte concrete e alternative reali, e non genericamente “contro”.
E invece no. Seguendo non si capisce bene quali ragionamenti, il centro destra è tutto concentrato su un unico obiettivo, il No al referendum, visto come momento risolutivo puntando sulla sconfitta di Renzi. Peccato sia l’ennesima dimostrazione di quanto poco ormai venga compreso l’umore del paese.
Una vittoria del No andrebbe tutta iscritta ai 5 Stelle, che hanno girato l’Italia in lungo e in largo, e il centro destra rimarrebbe relegato nell’angolo, utile idiota portatore di voti.
Anche la vittoria del Sì, a queste condizioni, sarebbe per il centro destra un disastro. Una riforma che è molto simile a quella a suo tempo proposta, in gran parte discussa, scelta e votata, infine respinta e nonostante questo approvata dalla maggioranza degli italiani sarebbe la prova definitiva dell’inutilità di questo centro destra.
E, in un delirio di onnipotenza verso un avversario tramortito unito alla disperata ricerca di nuovi obiettivi in grado di scuotere le macerie di un paese sempre meno reattivo, ecco il tentativo ultimo di umiliazione, la goleada senza rispetto: il furto non più delle sole parole d’ordine, ma anche delle proposte che più hanno colpito e hanno fatto discutere. Il ritorno all’idea della costruzione del Ponte sullo Stretto è uno schiaffo, la volontà di mostrare a tutti la capacità di fare ciò che ad altri era stato impedito, l’arroganza di chi presume la propria superiorità. Se non riusciremo a coprire con la giusta, amara risata che un atteggiamento del genere merita, se non uniremo le forze per controbattere scelte di per sè ridicole, possiamo dire addio ad ogni speranza di costruire una alternativa e di dare una prospettiva diversa e migliore a questo paese. In attesa della promessa di un milione di posti di lavoro ….

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ENERGIA E GEOPOLITICA 

9/27/2016

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di Fabrizio Biasiolo - New York

Pochi (3/4) anni fa' il governo americano decise di avere un'approccio completamente diverso riguardo alla gestione delle sue politiche energetiche. Sono piu' di cinquanta anni che sono noti giacementi immensi di "oli bituminosi (shale oil) " nell'oceano atlantico in prossimita' della costa east degli stati uniti e altrettanti si sospettano sul territorio (solo settimana scorsa e' stato dato l'annuncio di una scoperta vastissima sia di gas naturale che Shale oil nell'ovest del texas) .
In questi cinquant'anni le tecniche di estrazione e conversione di Shale oil in olio raffinabile hanno fatto passi da giganti. Ma nonostante questo per i passati 44 anni gli stati uniti non hanno mai cambiato la loro politica energetica che e' sempre stata :
1) petrolio e gas non si esportano .
2) le estrazioni sono limitate ai sistemi tradizionali e per, strettamente, il consumo interno.
Il resto lo si acquista , principalmente da arabia Saudita e Venezuela. Questo , appunto, sino a pochi anni fa'. E' da notare che neanche la gravissima crisi enegetica degli anni 70 mai intacco questo approccio. Negli anni 70 si decise , semmai, di incrementare le riserve, ma incrementare le estrazioni o usare Fracking per contrastare le politiche dell'OPEC, MAI. Poi, il cambio di rotta, non solo si intaccano le riserve (che sono immense) ma adirittura si esporta e si pensa a costruire gasdotto nell'oceano atlantico per fornire Gas naturali all'europa a $ 3.00 metro Cubo contro i $ 5,00/metro cubo di provenienza sovietica. L'arabia saudita e quasi tutto l'Opec decise di continuare ad estrarre agli stessi regimi , innondando il mercato di olio per tirare il prezzo tanto in basso da costringere gli stati uniti a chiudere o ridurre drasticamente l'estrazione. I risultati ? olio a prezzi bassissimi e Paesi (Venezuela, Nigeria, etc.) sull'orlo della bancarotta o in grave crisi economico finanziaria (russia, Brasile e la stessa Arabia Saudita), ma L'america non ha chiuso proprio un bel niente , anzi.
Ora, L'opec si riunira' d'urgenza per tagliare le quote di produzione e portare il prezzo del petrolio a $ 60/Barile. La scommessa Saudita e' fallita.Le previsioni sono che nel 2020 gli stati uniti saranno il primo paese produttore e esportatore di petrolio al mondo . Gli scenari Geo Politici che si aprono dall'autonomia e dal ruolo degli stati uniti nel campo energetico sono tutti da discutere e verificare. Cosa ha spinto l'america a questa drammatica inversione di rotta? e' l'avanzamento tecnologico l'unico motivo? che scenario ci si puo' aspettare dalla prima economia mondiale che diventa fornitore dopo per anni essere stato cliente , sopratutto se si considera che gli altri paesi industrializzati sono , escluso russia e inghilterra, clienti e che la cina, in particolare dipende completamente dalle importazioni di petrolio e gas per sostenere la sua macchina economica? Cosa succedera' del medio oriente se quei paesi che , tradizionalmente, sono campati solo di petrolio, non riusciranno a sviluppare economie alternative quando l'america gli togliera' quote di esportazione di greggio? tutto cio' senza neanche toccare le riserve nell'oceano atlantico che , ben note, per ora sono lasciate li' . Certo non e' tutto rose e viole, il fracking e' alquanto contrastato, ma va' avanti imperterrito. Qual'e' la strategia dietro a questa , violenta, inversione di rotta???

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spazio politico nel panorama nazionale

9/27/2016

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Il panorama politico nazionale ha assunto una dimensione tripolare, ma in realtà sempre bipolare, oppure multipolare, in funzione del punto di vista.
I tre poli dovrebbero essere a destra Forza Italia + Lega Nord + Fratelli d'Italia mentre a sinistra dovrebbe esserci il PD e poi, ubiquamente collocati, i 5 Stelle. In realtà gli ultimi fanno parte più dell'area di sinistra che altro.
In quest'ottica i poli sono solo due. Se però guardiamo alle differenze tra i partiti del Centro-destra, c'è ben poca omogeneità tra la Lega forcaiola, nazionalista e xenofoba di Salvini ed una Forza Italia a larga base anche cattolica, pur debolmente europeista, saldamente berlusconiana.
In questo paese manca, ed è sempre mancata, una forte componente liberale, a suo tempo impersonata dai piccoli PRI e PLI oggi virtualmente scomparsi.
Teniamo conto del fatto che quasi metà degli elettori, ormai, non si reca più alle urne: sono elettori di sinistra, che non si riconoscono nel PD renziano, e sono elettori di centro-destra, che mai e poi mai voterebbero i partiti di Salvini, di Berlusconi o della Meloni.
La recente comparsa di Stefano Parisi sulla scena politica è sembrata per un breve momento un'opportunità per il superamento del berlusconismo e del partito che lo esprime, in funzione di un processo costituente per un nuovo raggruppamento in quest'area poliitca. L'illusione è durata poco, perchè è rapidamente emerso come Parisi sia una creatura di Berlusconi, finalizzata alla ricostruzione di Forza Italia secondo le regole che l'hanno sempre governata. Forse solo la scomparsa fisica di Berlusconi farebbe produrre qualcosa di diverso in quell'area, ma non è scontato, perchè gli sciacalli che la popolano se ne impadronirebbero rapidamente.

Ecco quindi la necessità di costruire un partito nazionale che occupi il grande vuoto politico lasciato da queste forze.
Che caratteristiche di base deve avere?
- Deve essere europeista, in contrapposizione alla Lega ed a F.lli d'Italia
- Deve essere risolutamente contrario all'immigrazione indiscriminata, tema
  caro alla Lega, e quindi ai suoi elettori, tra cui non tutti si sentono Euro-Exit.
- Deve essere antiberlusconiano, laico, e non di sinistra
- Deve avere sullo sfondo il pensiero economico liberale, da contrapporre
  al pensiero assistenziale e di espansione illimitata della spesa pubblica.

L'europeismo oggi è in crisi, in Italia come altrove in Europa (vedi Brexit).
Dirsi europeisti in questa Europa, percepita come sovrastruttura burocratica che si sovrappone alle nostre già eccessive burocrazie, non incontra il favore popolare.
Occorre però capire che cambiare l'Europa si DEVE, e si PUO', ma soltanto rafforzando l'Italia, recuperando gradualmente il peso politico perduto.
Occorre anche capire che avere un ruolo nell'Unione Europea è il solo modo che abbiamo per collocarci all'interno di una fortezza che possa reggere l'urto dei grandi agglomerati economici e politici, americano ed asiatici, fronteggiando uniti anche il problema africano, fatto di pressione migratoria crescente ed insostenibile.
Le pressioni nazionalistiche di altri popoli europei, come i Catalani, gli Scozzesi, i Baschi, i Fiamminghi, si risolvono restituendo sovranità ai popoli europei, che non coincidono con gli attuali stati nazionali, frutto storico di scelte di potere dei regnanti dei secoli scorsi.
Abbiamo tutti bisogno di una FEDERAZIONE DEI POPOLI EUROPEI che superi le attuali strutture nazionali. Un processo lungo, forse decenni, che però DEVE INIZIARE. Per promuoverlo occorre essere FORTI e CREDIBILI.

Svolta Europea vuole aggregare le forze migliori dle paese per produrre una grande svolta politica, prima in Italia e poi in Europa.

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    Ing. Franco Puglia

    Imprenditore ormai in pensione, ex dirigente lombardo dell'ormai disciolto partito di FARE, faccio politica attiva cercando di stimolare l'aggregazione di un nuovo movimento politico che possa offrire agli italiani una alternativa al cosidetto centro-destra oggi rappresentato dai rottami di Forza Italia e dalla Lega.

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